Stella Zero, il primo maiale uscito da un laboratorio
Stella, altrimenti detta Zero, è il primo maiale ad essere uscito da un laboratorio di ricerca in Italia.
Stella è appena arrivata nel nostro rifugio di Magnago.
E’ un’ospite speciale, che viene da lontano e ha una storia straordinaria e quasi unica al mondo.
La sua pelle è candida e morbida, come una perla luminosa.
Non ha mai preso sole, né sentito il vento tra le setole.
Non ha mai camminato sull’erba, sguazzato nell’acqua o sgrufolato nel fango.
Tutto ciò che conosceva era aria condizionata, luce artificiale, pareti asettiche, pavimenti scivolosi.
Fino a una manciata di giorni fa Stella era un animale da laboratorio.
Nel corpo i segni di un passato ancora visibile, nella pelle, nella carne, nei ricordi.
Ha un elettrodo piantato nell’encefalo, Stella.
Per questo ha la fronte bombata e una piccola cicatrice in mezzo alle orecchie.
Troppo rischioso rimuovere l’impianto, se lo porta dietro, come un fardello, per non dimenticare.
Invece noi speriamo che lei dimentichi, sogni, sia felice.
Che il suo cuore di maiale bambino guarisca poco a poco.
Travolga con la gioia un mare di fango.
Scavi mondi di terra ed erba.
Scopra infiniti tesori.
Ogni giorno è una scoperta per lei.
Di tutto ciò che non immaginava potesse trovarsi oltre la finestra.
Un mucchietto di sassi, una pozza fresca, un filo d’erba, e, oltre la sua casetta, l’immenso prato.
E poi ancora, a perdita d’occhio, le nuvole soffici che rotolano e rotolano e si rincorrono nel cielo sconfinato, lungo un tappeto di stelle.
Quello, più di tutto, la lascia senza fiato.
Il cielo sopra di lei.
E il silenzio.
Sconosciuti nella sua vita precedente.
Così Stella, di notte, pensa, sogna e riflette, e dai suoi pensieri nascono gocce di rugiada e una miriade di piccole scintille dorate, che roteano nel fascio di luce lunare, brillano e cadono sul suo muso all’insù, e, se possibile, posandosi, accendono ancor di più i suoi occhi brillanti.
Oltre ai quali, proprio lì dietro, si scorgono mondi infiniti di pensieri ed emozioni, il ricordo pungente di chi amava e ha perduto, del male che le hanno fatto, di ogni cosa il principio e la fine che germogliano scintillanti boccioli, dentro di lei.
Sgorgando da un buchino nascosto, nel profondo, che Stella, come tutti i maiali, ha nel petto, capace di tingere di rosa ogni pensiero.
Come la sua pelle.
Vieni a conoscere Stella.
Lei ora è ambasciatrice della sua specie.
Racconta col suo grugnito eloquente, meglio che con mille parole, come dovrebbe essere la vita di un maiale, e quasi mai è.
La trovi qui, nell’acqua, a mollo, immersa, il naso tra le bolle, il fango, la fronte bombata, nel punto in cui nascono i pensieri, e la bocca meravigliosa a cucchiaino.
La sperimentazione animale
Ogni anno in Italia languono e muoiono nei laboratori 600 mila animali. Nel mondo i numeri disponibili fanno venire i brividi. Oltre 115 milioni di animali vengono utilizzati per la ricerca scientifica. Di fronte a questo qualunque cosa noi facciamo è poca. Piccola. Inadeguata. Anche la storia di Stella. Ma non di meno è preziosa. Perché, se pur fragile, resiste. Al nulla. Al dominio. Rema al contrario. Apre una minuscola ma potente fessura. Per scalfire quel muro di silenzio che rende possibile lo sfruttamento incontrastato degli altri animali.
Le liberazioni
Quasi mai gli animali vengono salvati dal laboratorio. Lo sa bene chi come noi e la Collina dei Conigli si occupa di questo. Non è interesse degli sperimentatori mostrare come viene ridotto un individuo per essere una buona cavia da laboratorio. Un modello per l’uomo.
Il caso di Stella
Stella ha potuto salvarsi per una serie di coincidenze. Come sempre accade quando ritiriamo gli animali dai laboratori. Qualcuno dall’interno permette che ciò avvenga. Un dirigente, una veterinaria, uno stabularista. Il piccolo miracolo di Stella è avvenuto grazie alla preziosa collaborazione de La collina dei Conigli. La convinzione della veterinaria e dei committenti del progetto di ricerca. Che si sono opposti che la sua storia finisse così. Nel sangue e nel silenzio. Così è salita sul camion. Con due topini, anche loro verso la libertà.