Silvia Molè e Barbara Balsamo presentano

Il caso del cane marrone.
La storia di un monumento che ha diviso una nazione

Il caso del cane marrone - Copertina di Andrea Nurcis

Il caso del cane marrone fu una controversia riguardo alla vivisezione che infuriò nell’Inghilterra edoardiana dal 1903 al 1910. Correva l’anno 1906 quando a Londra, a Battersea, veniva eretta una statua commemorativa (in forma di fontana, che avrebbe fornito acqua a individui umani e di altre specie) dedicata dagli antivivisezionisti a quello che entrerà nella storia come “il cane marrone”, ucciso in un laboratorio di ricerca dopo atroci sofferenze. La targa apposta recitava provocatoriamente:

“Uomini e donne d’Inghilterra, quanto dovrà durare tutto questo?”

Il caso scoppiò grazie a due studentesse svedesi femministe che avendo assistito alla pratica sul cane denunciarono il medico vivisettore. Citate in giudizio per diffamazione, persero la causa.

Nonostante gli schieramenti non sempre fossero in bianco e nero, la statua divenne un simbolo che vide una reale convergenza delle lotte: da una parte femministe, sindacalisti, socialisti e in generale progressisti contro la vivisezione, dall’altra i conservatori e la classe medica a favore di essa. Gli scontri furono durissimi a ogni livello.

Il saggio di Peter Mason, pubblicato in Inghilterra nel 1997, racconta con taglio giornalistico questa appassionante vicenda.
La prefazione del filosofo Marco Maurizi inserisce il caso nel dibattito contemporaneo.

Pubblicazione a cura di B. Balsamo e S. Molé
Traduzione di M. Caprasecca, B. Balsamo, G. Manizzi, S. Molè

Copertina di Andrea Nurcis
Sara d’Angelo ha collaborato con una postfazione a questa pubblicazione che uscirà agli inizi di settembre.

Sara Vitadacani Onlus
Sara d’Angelo
Attivista e fondatrice e Presidente di Vitadacani, responsabile del progetto Porcikomodi e referente della Rete dei Santuari di Animali Liberi.