Processo Greenhill – Asl di Lonato
Ieri 9 marzo si è svolta a porte chiuse l’udienza preliminare del nuovo processo “greenhill” in tribunale a Brescia.
cinque sono gli imputati: tre dipendenti dell’allevamento e due veterinari dell’Asl di Lonato (Bs).
Gli avvocati hanno chiesto per gli imputati il rito abbreviato.
Ciò significa per loro un processo meno doloroso, ovvero senza dibattimento e, nel caso di condanna, la riduzione fino ad un terzo della pena.
Questo viene richiesto e consigliato dalla difesa quando gli imputati sono difficilmente difendibili e mai, come in questo caso, essi sono indifendibili.
Tutto, comprese prove documentali a loro carico, è abbondantemente emerso nel primo processo contro greenhill, ovvero quello contro gli amministratori e il veterinario responsabile dell’allevamento.
Processo concluso con 3 condanne in primo grado.
Riconfermate in appello pochi giorni fa.
In quel processo, grazie a quanto trovato dentro agli hard disk dei pc di greenhill posti sotto sequestro, sono emerse conversazioni e carteggi relativi a rapporti vergognosi tra i veterinari dell’asl e la ditta.
Essa veniva da loro avvisata prima di ogni sopralluogo.
Che veniva concordato.
Non solo però non controllavano quanto avrebbero dovuto e non guardavano e non vedevano.
Molto di più di questo.
Anticipavano le direzioni, i contenuti e gli obiettivi verso cui si stavano orientando i sopralluoghi, ordinati soprattutto a seguito di circostanziate segnalazioni presentate da vitadacani.
I veterinari asl erano solo in questo caso solleciti.
Nell’avvisare cosa di erroneo veniva segnalato in modo da preparare ad hoc i controlli in modo che fossero a favore della ditta.
Non solo non hanno fatto ciò che dovevano, (omissione di atti di ufficio), ma hanno abusato del loro ruolo e funzione di controllore pubblico per favorire la multinazionale fabbrica di morte.
Che le ragioni fossero interessi economici o scambi di altro genere, poco ci importa.
Sono forse ancor più colpevoli di greenhill stessa.
Perchè avrebbero potuto fermarli.
Avrebbero dovuto intervenire.
Erano la più piccola minuscola speranza che quei cani prigionieri avevano in quell’inferno.
E li hanno traditi.
Hanno tradito ciascuno di quegli oltre 3700 singoli cani e quelli prima, messi al mondo, transitati, partiti o morti a greenhill prima di loro, dal 2008 al 2012.
Si parla di migliaia di cani morti nel silenzio.
Dell’asl che, indisturbatamente, ha lasciato, anzi, ha favorito che accadesse.
Cercando di mettere tutti, noi per primi, a tacere.
Ecco perchè, se possibile questo secondo processo, ci pare ancor di più importante.
Che greenhill facesse quello che faceva è chiaro e le ragioni del profitto pure.
Ma che i controllori pubblici, ovvero coloro che dovrebbero essere garanti almeno di quel briciolo di forma e sostanza, quell’insoddisfacente benessere, ridicolo, se pur fosse applicato, si adoperino per occultare i fatti e favorire chi delinque è drammaticamente grave.
Vitadacani ha presentato la propria costituzione di parte civile nel processo.
La difesa in aula ha commentato che avrebbero dovuto essere loro a costituirsi contro vitadacani.
Hanno avuto questo coraggio e umorismo.
Anche loro sanno che tutto è cominciato così.
Col nostro impegno e determinazione.
Con la precisa volontà, un giorno del 2008, quando ancora l’allevamento era sconosciuto ai più, di smascherare quella fabbrica di morte e, con la nascita del coordinamento fermare greenhill, giungere alla sua chiusura.
Il prossimo 27 aprile il giudice deciderà sul rito abbreviato e se ammetterci o no.
Loro sono colpevoli e devono pagare.
Saremo in aula per il verdetto.