Vegan e quell’indimenticabile giorno

La consegna di Vegan avvenne il 27 luglio 2012 a Brescia.
Eravamo nella caserma cittadina del Corpo Forestale dello Stato.
Ci dissero che solo alcuni di noi avrebbero potuto entrare, oltre a Giuliano, per assistere, da vicino, alla storica consegna.
Ricordo quel giorno.
E chi se lo dimentica!
Non persi un attimo, mi riempii lo sguardo e il cuore di tutto quanto accadde.
Eravamo dentro con Giulioneri, che, sul più bello, si addormentò, mentre tutto il mondo guardava suo padre e quello che sarebbe diventato il suo sesto cane. Entrammo con dei pass passati di mano in mano più volte. Gli altri ci guardavano aggrappati alla recinzione.
Pieni di meraviglia.
Come si guardano cadere le stelle.
Gli occhi sgranati.
La trepidazione.
L’emozione sempre nuova, che ci fa gridare lo stupore, scorgendo in cielo brillare la scia dorata, ogni volta, anche la centesima.
Piangevano e applaudivano quando Giuliano con Vegan in braccio si girò dalla loro parte, alla faccia dei giornalisti e del resto del mondo.
Condividevamo il risultato.
Era la vittoria dei cani e la nostra vittoria.
La vittoria della tenacia, della costanza, della dedizione, della strategia, dell’azione diretta, della libertà e della liberazione.
Anche chi non ci credeva, dovette ricredersi.
Giuliano con Vegan in braccio fece il giro del mondo. Così come le sue parole su animali liberi e sulla nostra battaglia.
Anche esse fecero il giro del mondo.
In televisione, sui giornali, nella rete, nei social forum, sul web.
Il suo sorriso e gli occhi lucidi, mentre diceva di augurarsi un giorno, di vedere le stesse centinaia di persone e la stessa moltitudine di giornalisti, a festeggiare la chiusura di un allevamento di maiali.
Ad applaudire, una mattina come questa, la liberazione del primo suino.
Sapevamo che non poteva essere così.
Ma serviva lo stesso dirlo per spiegare chi eravamo.
Che saremmo stati lì, in quel preciso posto, anche se Green Hill fosse stata colma di maiali e non di deliziosi cagnolini.
Per la maggior parte di chi ci seguiva non era così.
Ma poco importava.
Un pezzo alla volta bisognava trasformare la melma in oro.
E, da qui, avevamo cominciato.
Un giorno, forse domani, avremmo potuto stupirci nello scoprirci molti di più delle nostre stesse aspettative.
Chi tra i politici, politicanti e associazioni era lì, aveva perso il palcoscenico.
Non avrebbero dovuto cavalcare almeno quel momento perfetto.
Rovinandolo.
Ma, tanto, Giuliano e Vegan travolsero tutti.
L’attivista del tetto, delle azioni, dei cortei, delle denunce, della strada portava a casa in salvo il primo cane.
Una fattrice perché aveva in grembo altre vite.
Molti avrebbero scelto un cucciolo.
Noi no, aveva un significato completamente diverso tirare fuori una povera mamma da anni costretta a fabbricare figli che venivano poi sacrificati.
Volevamo che finisse da noi una di quelle.
Per ripagarla un po’.
Di lei avevamo sentito sicuramente il latrato tante volte, misto a quello di molti altri.
Sulla sua testa alcuni di noi avevano camminato sopra al tetto, l’avevano vista promettendole che sarebbero tornati a prenderla il 28 aprile, mentre portavano in salvo i primi cuccioli e li passavano oltre il filo spinato.
Lei aveva riempito le attese, le notti e i silenzi.
Aveva abbaiato durante l’allucchettamento.
Ci aveva scodinzolato dal box durante la perquisizione. Aveva affollato gli incubi e animato i sogni.
Quel giorno ci fecero mille foto.
Sembravano i caricatori di metalliche mitragliatrici che ci venivano scaricati addosso.
Lo sfondo era il nostro striscione con il nostro nome e la nostra storia.
Diceva chi eravamo.
Davanti: noi tutti, insieme a lui e Vegan che tremava, palpitava e le batteva forte il cuore.
Appena fu possibile sgattaiolammo via dalla calca e dal clamore.
Ce ne andammo con Vegan ancora increduli e sbigottiti. La piccola si ambientò subito, si innamorò di Giuliano e i giorni seguenti le facemmo un’ecografia.
Saremmo presto diventati nonni e zii.
Il ventre pieno di Vegan stava per dare alla luce la vita.
Fermare Green Hill

La campagna contro Green Hill ha messo a nudo i sacerdoti della scienza, ha fatto parlare come mai era accaduto in Italia di vivisezione.
Pagine e pagine sui quotidiani, servizi sui TG, nei programmi di intrattenimento e ciò che è successo, le incredibili mete raggiunte, sono il risultato di chi ha osato.
Di chi si è messo in gioco.
Di chi è sceso in piazza con noi.