Foto scattate a maggio 2017, prima che i maiali fossero trasferiti nel campo dove poi sono stati sequestrati.

La carta dei VALORI

Crediamo utile, in un momento in cui sembra esserci confusione su che cosa è bene e cosa è male per un animale, su chi coccola rispettando e su chi crede di rispettare coccolando, su chi guadagna e su chi spende, su chi lotta e su chi scappa, riportare all’attenzione di chi ha voglia di leggere e informarsi, la carta dei valori della Rete dei Santuari degli animali liberi.

I punti fondamentali sono:

Art. 1 – le persone che gestiscono il santuario, con un ruolo di responsabilità, devono per primi sentire e mettere in pratica una scelta di vita nonviolenta, antispecista e vegan, sganciata dallo sfruttamento degli animali in genere, per poter trasmettere davvero un cambiamento possibile e garantire una gestione rispettosa e trasparente della struttura. Ogni altra persona è ovviamente libera di partecipare come volontario, magari approfittando del luogo per approfondire anche un proprio cammino;
Art. 2tutte le strutture devono garantire la più alta qualità di vita ai soggetti ospitati, garantendo le loro esigenze specie-specifiche. Principalmente ampi spazi e del buon cibo a disposizione, cercando di tendere il più possibile alla convivenza interspecifica. Grandi recinti con poche divisioni, solo quando sono strettamente necessarie;
Art. 3l’arrivo di ogni nuovo ospite non deve mai avvenire dietro il riscatto economico degli animali. È ben noto come l’acquisto di animali non umani non sia vantaggioso in una visione più ampia, perché questo salva un soggetto finanziando però la sofferenza di altri e non portando mai ad una risoluzione del problema. Molto meglio concentrarci verso casi di sequestro, chiusura di allevamenti, ritrovamenti e altri…
Art. 4le nascite devono essere assolutamente bloccate. L’obiettivo principe di tutti è che un giorno i santuari possano non esistere più e tutti gli animali, compreso l’uomo, possano ritrovare la loro collocazione nell’ecosistema naturale. Far riprodurre gli ospiti dei santuari toglierebbe spazi preziosi per altri soggetti esterni in difficoltà, inoltre l’aumento del numero degli animali ospitati potrebbe causare non pochi problemi di gestione. L’addomesticamento ha creato molto spesso animali con gravi problemi psico-fisici e per loro rispetto deve essere posto un rimedio, evitando nascite consapevolmente sofferenti. Ogni animale selvatico è frutto di un’evoluzione naturale, ed è li che dobbiamo tutelare e difendere la riproduzione. Nei santuari si cerca solo di tamponare una emergenza causata da noi umani;
Art. 5 – nessun soggetto deve essere utilizzato in alcun modo. Ognuno deve essere protagonista delle sue giornate, e libero di scegliere in ogni momento di fare quel che vuole, quando vuole e come vuole;
Art. 6 – è di fondamentale importanza l’apertura verso l’esterno, per contribuire non solo alla salvezza dei soggetti ospitati, ma anche in parte di quelli esterni. Far incontrare un maiale, per esempio, è il modo più efficace per farlo conoscere e per cercare di sensibilizzare la gente ad un maggiore rispetto nei suoi confronti. Parlando della sua storia, facendolo avvicinare e toccare (da valutare in ogni occasione, in base alle strutture, alla disponibilità dei vari individui, alla preparazione dei volontari, sempre con alti standard di sicurezza verso tutti), si arriva facilmente a comprendere le sofferenze di quelli meno fortunati e questo potrebbe far scattare empatia e consapevolezza nei visitatori, in base ovviamente alla loro sensibilità. Ognuno è in un percorso e l’ingresso di nuove informazioni permette di continuare a camminare;
Art. 7 – non sono minimamente accettati atteggiamenti discriminatori di qualsiasi genere verso le altre persone umane, né atteggiamenti violenti. Puntare verso un futuro migliore, di maggiore rispetto verso gli altri animali è imprescindibile dalla liberazione da ogni altra forma di discriminazione, che sia essa di genere, di orientamento sessuale, di colore, di razza, etc…convergenti a quella di specie.
Art. 8 – il progetto persegue criteri di eticità, rispetto, tutela, nonviolenza, etc… in ogni sua scelta associativa, compresa nella scelta di partners e fornitori. Ogni collaborazione viene infatti analizzata sotto ogni punto di vista, per una migliore impronta etica-sociale-ecologica (finanza, assicurazioni, gadgets, lavori vari, acquisto attrezzatura, etc…), attingendo il più possibile dal circuito dell’economia solidale.
Art. 9la Rete adotta una comunicazione nonviolenta, ed il metodo del consenso per tutte le decisioni da prendere collettivamente

Foto di 19 maiali in fine sequestrati