di Sara d’Angelo
Per non dimenticare
Giustizia e libertà per gli animali prigionieri della ricerca scientifica.
Il 20 aprile di sette anni fa ci fu la storica occupazione dello stabulario di Farmacologia dell’università statale di Milano.
Un’azione senza precedenti. Nè seguito, purtroppo.
Alcuni di noi entrarono.
Occuparono per più di 10 ore un piano intero di quell’edificio.
Simbolo della ricerca su animali.
Dove erano ammassate,
come disordinate cianfrusaglie,
in cassetti di poco conto,
gabbie su gabbie,
stanza dopo stanza,
migliaia di piccole vite.
Senza una storia,
se non fosse stata raccontata quel giorno.
Dopo un’eclatante azione di disobbedienza civile, non violenta, mostrammo le immagini, drammatiche, della vita quotidiana degli animali da laboratorio.
L’ordinaria brutalità.
Un inferno accettato in terra.
Senza luogo e senza speranza.

Portammo in salvo centinaia di animali quel giorno.
Sembra passato un secolo.
Ai dibattiti iniziali è seguito il silenzio.
E pochissime voci, oggi, contrastano la vivisezione.
Ed è sempre più difficile.
In un momento, come questo, in cui temiamo per la nostra stessa sopravvivenza sia come individui, che come specie.
E stiamo, senza accorgercene, sprofondando nell’oscurantismo.
Col rischio che le persone siano tentate, per paura, di accettare qualunque teoria.
Qualunque soluzione.
Medicina, vaccino, che promette di salvarci la vita.
A qualunque prezzo.
Per sopravvivere all’oscurità e al buio, ci fidiamo.
Non dubitiamo più.
Non chiediamo se è lecito.
A chi giova e a chi nuocerà.
Spingiamo giù, sempre più nel profondo, quella vocina che, critica, si poneva, un giorno, delle domande.
Guardava il mondo con certi occhi.
Sperava di abbattere, un sassolino alla volta, il muro del silenzio.
Che rende possibile, proteggendolo saldamente e tenendolo ben nascosto, lo sfruttamento degli animali.
Ma, di fronte a tutto ciò che ci circonda, oggi siamo ancora più convinti.
Sperimentare sugli animali non ci salverà.
Non è la strada.
Potrebbe apparire una scorciatoia ma non porta a nulla.
Perseguire nelle modalità che ci hanno condotti alla crisi drammatica di oggi non può e non deve essere una soluzione.
Al contrario.
Ciò rimane parte indissolubile del problema.
Non facciamoci ingannare chiedendo quando tutto tornerà come prima.
Non è la domanda.
Né la via.
Perchè le cose non possono né devono tornare come prima.
Perchè prima era il problema.
Per combattere il covid stermineranno milioni di animali.
Qualunque pratica, prima almeno da autorizzare, oggi troverà cancelli spalancati, dietro lo scudo della pandemia.
Dell’emergenza. Della catastrofe.
Perché ora mostreranno di fare di tutto per salvarci, dopo averci fatto ammalare.
Si presenta un’occasione dorata, unica, senza precedenti per approfittarne di nuovo.
E di più.
Rendersi benevoli.
Ancor più necessari.
Dopo aver depredato l’ambiente.
Dopo aver servito, da sempre, i padroni sbagliati, più dei nostri stessi interessi.
Dopo essersi arricchiti sulle malattie e sulla disperazione.
Non siamo contrari alla medicina. Né alla scienza.
Rivendichiamo però il ruolo fondamentale dell’etica e della società civile nella scienza.
Promuoviamo un dibattito serio con il mondo della ricerca, vorremmo delle risposte.
Un confronto, poter condividere le scelte.
Comprendere. Essere ascoltati.
Valutare e rigettare ciò che rimane inaccettabile.
Inderogabile.
In qualunque tempo e per nessun motivo.
E oggi, per cominciare, non cadiamo in tentazione.
Non vacilliamo.
Ciò che era giusto ieri continua ad esserlo.
Dobbiamo crederci ancora di più.
Gli animali nei laboratori, forse più di tutti gli altri, non hanno niente.
Solo noi e voi.

Sperimentare su animali è sbagliato.
Fa parte del retaggio di tutte le pratiche che ci hanno portati fin qui.
E’ giunto il tempo che con gli animali non umani stringiamo un patto.
Una tregua.
Una pace.
Per trovare insieme un modo, una via, un percorso.
Un cura, al pianeta morente.
Una medicina per tutti i nostri sbagli.
Un progetto per costruire insieme un dolce domani.
Un sogno.
Un mondo liberato.
O forse, semplicemente, dovremmo imparare ad ignorarli.
Fingere che non esistano.
E, finalmente, lasciarli in pace.
Eravamo le stesse persone.
Fianco a fianco fin dal principio.
Perchè il Coordinamento nacque qui al parcocanile di Arese, in seno a Vitadacani.
Più o meno tutti noi ne facevamo parte.
E ci crediamo ancora.
Nonostante tutto
UPDATE 22 aprile 2020
Mentre i vivisettori italiani (e non solo) approfittano del clima di paura per difendere la vivisezione, facendo credere alle persone che “ricerca” equivalga a “test su animali”, i laboratori che si occupano di tecnologie in vitro si stanno impegnando nella ricerca e nei test per mettere a punto cure efficaci contro il coronavirus.
